lunedì 27 febbraio 2017

Il Bullet Journal

A chi non è capitato di provare più e più agende senza mai sentirsi davvero soddisfatti, finendo così per utilizzarne una che non piaccia completamente solo per la necessità di averne una?! A me è successo fin troppe volte... poi regolarmente, trovandomici male ho sempre finito per lasciarla perdere rimettendoci però dal punto di vista organizzativo... 
Così è stato fino a che non ho scoperto il BULLET JOURNAL; si tratta di  un'agenda completamente personalizzata in base alle nostre esigenze.

Ho scoperto l'esistenza di questo fantastico metodo di organizzazione lo scorso agosto tramite youtube ed il sito bulletjournal.com dove veniva spiegato in modo semplice come utilizzarlo, ma siccome non avevo alcun quaderno decisi di farmelo io stessa... il quadernino da me fatto era semplice e rudimentale, aveva i quadretti e circa una cinquantina di pagine; mi è durato tutto ottobre e metà settembre (cioè da quando lo ho iniziato).

Il mio primo BuJo


Verso la fine di ottobre ho comprato un notebook Leuchtturm 1917 con schema a puntini e da lì in poi tenere il mio Bujo (diminutivo di Bullet Journal) è diventato ancora più semplice; lo schema puntato permette di scrivere dritto e disegnare schemi e grafici in caso di necessità, ma senza riempire il foglio di righe e quadretti, cosa che ho sempre trovato brutta. e così la mia esperienza organizzativa è migliorata ancora di più.
Premetto, non sono la persona più ordinata del mondo, ma utilizzare questo metodo mi ha aiutata a migliorare molto!

Il mio Bullet Journal attuale

Una delle cose più divertenti ed interessanti del Bullet Journal è il fatto di poter fare delle Collezioni; cosa significa? fare delle liste di cose che vogliamo fare, o film che vogliamo vedere, o libri che vogliamo leggere e molto altro ancora; Si può dedicare una pagina all'organizzazione della valigia per un viaggio, o a ricette, o a serie tv che si stanno seguendo. Al momento le mie Collezioni sono quella dei compleanni, i versetti delle scritture che intendo leggere quotidianamente, le ore che spendo quotidianamente lavorando, le cose per le quali sono grata e le spese mensili. Dal mese di marzo proverò anche a tenere un Mood Mandala ispirato a quello inventato da Bujo.Mama... non sono una cima in Mandala quindi sarà interessante vedere come andrà a finire! :)

Un paio delle mie collezioni


Devo dire che tenere questa agenda mi sta aiutando non solo a tenermi organizzata, ma anche ad essere più a mio agio con le mie giornate!

Ogni sera quando mi siedo per preparare la giornata successiva posso riflettere su come sia andata la giornata e su cosa voglio migliorare per il giorno seguente e il fatto di scrivermi tutto mi aiuta anche a ricordare meglio le cose (la mia memoria ha sempre fatto pena purtroppo!!)

E voi avete mai sentito parlare del Bullet Journal?? che ve ne pare?? Fatemi sapere!!

Vi lascio con un breve video del "flip through" del mio attuale Bujo... Ciao!!


martedì 20 settembre 2016

La Teoria dei Cucchiai


Il Signore ci ha fornito di un corpo fantastico, che può fare cose incredibili, ma cosa succede quando questo corpo non funziona come dovrebbe? Come si sente qualcuno che vive nel dolore cronico o che trova difficili anche le cose più semplici?? È piuttosto risaputo che, purtroppo, chi è sano non può capire chi sta male... ma se ci fosse un modo, un qualcosa, che li potesse aiutare a comprendere, seppur minimamente, ciò che passano quelli che sono meno fortunati di loro??
Ecco quindi la Teoria dei Cucchiai; questa è stata creata da una ragazza malata di Lupus, ma si può adattare perfettamente anche per molte altre malattie croniche, come per esempio l'EDS, sindrome che mi tocca molto da vicino... Nel leggere le parole scritte da questa ragazza, nel tentativo di spiegare come ci si sente ad essere malati, mi son trovata con le lacrime agli occhi, rivedendomi in gran parte descritta dalle sue parole.. spero che questa teoria possa aiutare altri che come me si trovano nella situazione di non sapere come aiutare chi gli sta accanto, a capire la loro situazione... e anche che possa aiutare chi conosce qualcuno con problemi di questo tipo, cosicché possa capire questo qualcuno e di conseguenza aiutarlo ad affrontare le sue difficoltà...

Sono grata che mi sia stata presentata la possibilità di leggere queste parolee spero le troviate anche voi speciali...

Ora vi lascio alla suddetta teoria...


"Ero in un diner con la mia migliore amica e stavamo facendo due chiacchiere.
Come al solito, eravamo in estremo ritardo e stavamo mangiando le nostre patatine fritte con salsa.
Come tutte le ragazze della nostra età, passavamo un sacco di tempo nei diner ai tempi dell’università, per lo più a parlare di ragazzi, musica o cose insignificanti, ma che al momento ci sembravano molto importanti.
Non parlavamo mai di cose serie e passavamo la maggior parte del nostro tempo a ridere e scherzare.
Ma non appena ho preso le mie medicine insieme al mio spuntino, come facevo di solito, la mia amica,
invece di continuare a parlare, ha iniziato a fissarmi con una specie di sguardo imbarazzante.
Poi, dal nulla, mi ha chiesto come ci si sentisse ad avere il Lupus e ad essere malata.
Sono rimasta scioccata, non solo perché la domanda era del tutto nuova, ma anche perché ero convinta che sapesse tutto quello che c’era da sapere sul Lupus.
Mi aveva accompagnata dai dottori, mi aveva vista camminare con un bastone, e vomitare nel bagno.
Mi aveva vista piangere dal dolore, cos’altro c’era da sapere?
Ho iniziato a divagare parlando di medicine, dolori e fastidi, ma lei continuava ad incalzare e non sembrava soddisfatta delle mie risposte.
Ero un pochino sorpresa, perché, essendo mia compagna di stanza all’università e amica da tanti anni, pensavo conoscesse già la definizione medica di Lupus.
Poi mi ha guardata con quella faccia che le persone malate conoscono bene, la faccia della pura curiosità verso qualcosa che nessuna persona sana riesce davvero a comprendere.
Mi ha chiesto come ci si sentisse, non fisicamente, ma come ci si sentisse ad essere me, ad essere malata.
Mentre cercavo di ricompormi, mi guardavo intorno per cercare un aiuto, un suggerimento, o almeno il tempo di pensare. Stavo cercando le parole giuste. Che risposta dare agli altri se non ne avevo per me? Come spiegare in dettaglio e
con chiarezza come ci si sente tutti i giorni e le emozioni che una persona malata vive ogni giorno?
Avrei potuto lasciar perdere, uscirmene con una battuta, come faccio di solito, e cambiare argomento, ma continuavo a pensare: 'se non provo a spiegarglielo, come posso pretendere che mi capisca? Se non riesco a spiegarlo alla mia più cara amica, come potrei pensare di spiegare il mio mondo agli altri?'

Dovevo, perlomeno, fare un tentativo.

É stato allora che è nata la teoria dei cucchiai. Ho preso velocemente tutti i cucchiai dal tavolo; accidenti, ho preso i cucchiai anche dagli altri tavoli! L’ho guardata negli occhi e le ho detto: 'Ecco, adesso hai il Lupus'. Mi ha guardata un po’ confusa, come farebbe chiunque riceva un mazzo di cucchiai.
I cucchiai di metallo freddo hanno iniziato a sferragliare nelle mie mani 
non appena li ho raggruppati per poi spingerli nelle sue.

Le ho spiegato che la differenza tra essere malati e essere sani sta nel fare delle scelte o pensare coscientemente a cose che il resto del mondo può tranquillamente ignorare. La persona sana si può permettere il lusso di una vita senza scelte, un dono che molte persone danno per scontato.
La maggior parte delle persone inizia la giornata con un numero illimitato di possibilità e l’energia necessaria per fare qualunque cosa desideri fare, soprattutto se si tratta di giovani. Per lo più, non devono preoccuparsi degli effetti delle loro azioni. Dunque, per spiegarlo ho usato appunto i cucchiai. Volevo qualcosa che lei potesse realmente afferrare, e che io potessi poi sottrarle, dato che la maggior parte delle persone che si ammalano sentono come una 'perdita' della vita che conoscevano prima. Se fossi riuscita ad avere il controllo sulla sottrazione dei cucchiai, allora lei avrebbe capito come ci si sente quando qualcuno o qualcos’altro, in questo caso il Lupus, ha il controllo su di te.
Lei ha afferrato i cucchiai con entusiasmo. Non capiva quello che stavo facendo, ma era sempre pronta al divertimento, quindi credo pensasse che stessi scherzando, come faccio di solito quando si parla di argomenti delicati.
Era ben lontana dall’immaginare quanto seria sarei diventata.
Le ho chiesto di contare i cucchiai. Mi ha chiesto perché e le ho spigato che quando sei sano, di solito, hai a disposizione un’infinita fornitura di cucchiai. Ma quando devi pianificare le tue giornate, hai bisogno di sapere esattamente con quanti 'cucchiai' stai iniziando la tua giornata.
Ciò non vuol dire che tu non possa perderne qualcuno per strada, ma almeno ti aiuta a capire con quanti cucchiai inizi la giornata. La mia amica ha contato 12 cucchiai, ha riso e ha detto di volerne di più. Le ho detto di no, e ho capito che quel giochetto stava già funzionando quando mi ha guardata contrariata; e non avevamo ancora iniziato! Ho desiderato per anni avere più cucchiai a disposizione e non ho ancora capito come fare, perché lei avrebbe dovuto averli? Le ho anche spiegato che doveva sempre sapere esattamente quanti cucchiai aveva, e di non lasciarli cadere perché non puoi mai dimenticare di avere il Lupus.
Le ho chiesto di elencare i compiti della sua giornata, compresi i più semplici. Mentre snocciolava faccende quotidiane o semplicemente cose divertenti da fare, le spiegavo come ciascuna di queste attività le sarebbe costata un cucchiaio. Quando si è buttata direttamente sul prepararsi per andare a lavoro l’ho stoppata e le ho preso un cucchiaio. Le sono praticamente saltata alla gola e le ho detto: 'No, non ti alzi di punto in bianco, devi prima aprire gli occhi e renderti conto di essere in ritardo. Non hai dormito bene quella notte. Devi strisciare fuori dal letto e poi devi prepararti qualcosa da mangiare prima di poter fare qualsiasi altra cosa, perché se non lo fai non puoi prendere le tue medicine e se non lo fai allora tanto vale che lasci tutti i tuoi cucchiai per oggi e anche domani'.
Le ho tolto via un cucchiaio velocemente e lei si è resa conto di non essersi ancora vestita. Fare la doccia le è costato un altro cucchiaio, solo per lavarsi i capelli e depilarsi le gambe.
Strapazzarsi così presto la mattina potrebbe effettivamente costare più di un cucchiaio, ma ho pensato di volerle dare una pausa; non volevo spaventarla subito. Vestirsi valeva un altro cucchiaio. La stoppavo e guastavo ogni compito per mostrarle come ogni piccolo dettaglio deve essere pensato. Non puoi semplicemente buttarti i vestiti addosso quando sei malata; le ho spiegato che devo vedere quali vestiti posso fisicamente mettere su, se mi fanno male le mani quel giorno i bottoni sono fuori discussione. Se ho dei lividi quel giorno, devo indossare maniche lunghe, e se ho la febbre ho bisogno di un maglione per stare al caldo, e così via.
Se i miei capelli stanno cadendo ho bisogno di dedicargli più tempo per sembrare presentabile, e quindi altri 5 minuti se ne vanno per sentirti male pensando che ci hai messo 2 ore per fare tutto questo.
Penso che stesse iniziando a capire quando, teoricamente, non era ancora andata a lavoro e aveva già dovuto lasciare 6 cucchiai.
Le ho poi spiegato che aveva bisogno di scegliere il resto della sua giornata con saggezza, perché quando i tuoi 'cucchiai' sono andati, sono andati.
A volte si può prendere in prestito dei 'cucchiai' del giorno seguente, ma bisogna pensare a come quel giorno seguente potrebbe essere difficile con meno 'cucchiai'.
Le ho anche dovuto spiegare che una persona che è malata vive sempre con l’incombente pensiero che domani potrebbe essere il giorno in cui arriva un raffreddore o un’infezione, o un qualsiasi numero di cose che potrebbero essere molto pericolose. Quindi non vuoi rimanere con pochi 'cucchiai', perché non sai mai quando ne hai veramente bisogno.
Non volevo deprimerla, ma dovevo essere realista, e purtroppo essere preparati al peggio è parte di ogni giorno reale per me.
Siamo andate avanti con il resto della giornata, e lei ha lentamente imparato che saltare il pranzo le sarebbe costato un cucchiaio, così come stare in piedi su un treno, o anche lavorare al computer troppo a lungo. È stata costretta a fare delle scelte e a pensare le cose in modo diverso. Ipoteticamente, ha dovuto scegliere di non fare la spesa, per poter cenare quella sera.
Quando siamo arrivate alla fine della sua finta giornata, mi ha detto che aveva fame. Ho sintetizzato dicendo che doveva cenare, ma le era rimasto un solo cucchiaio. Se avesse cucinato, non avrebbe avuto abbastanza energia per pulire le pentole. Se fosse andata a cena fuori, probabilmente sarebbe stata troppo stanca per guidare verso casa in sicurezza e le ho anche spiegato che alla fine si sarebbe sentita comunque nauseata, dunque cucinare sarebbe stato comunque fuori discussione. Così ha deciso di farsi una zuppa; è stato facile. Ho poi detto che erano solo le 7:00, e aveva dunque il resto della serata ancora, ma probabilmente sarebbe rimasta con un cucchiaio, quindi poteva fare qualcosa di divertente, oppure pulire il suo appartamento, o fare le faccende, ma non poteva fare tutto.
Raramente la vedo emotivamente coinvolta, così quando ho visto la sua espressione turbata ho capito che forse stavo esagerando. Non volevo sconvolgerla, ma allo stesso tempo ero felice di pensare che, finalmente, forse qualcuno riusciva a capirmi un pochino. Aveva le lacrime agli occhi e mi ha chiesto a bassa voce 'Christine, ma come fai? Come fai a vivere davvero così tutti i giorni?' e io le ho spiegato che alcuni giorni erano peggiori di altri; alcuni giorni ho più cucchiai del solito. Ma non posso mandare via la malattia, e non posso dimenticarmene, devo sempre pensarci. Le ho allungato un cucchiaio che avevo tenuto di riserva. E le ho detto semplicemente: 'Ho imparato a vivere la vita con un cucchiaio in più in tasca, di riserva. Bisogna sempre essere sempre preparati'.
E’ difficile, la cosa più difficile che abbia mai dovuto imparare a fare è rallentare, e non fare tutto. Questa è stata la mia battaglia fino ad oggi. Odio sentirmi lasciata fuori, dover scegliere di rimanere a casa, o non fare le cose che voglio fare. Volevo che sentisse la frustrazione.
Volevo che capisse che tutto quello che chiunque altro riesce a fare con facilità, per me è un centinaio di piccoli lavori in uno. Ho bisogno di pensare al tempo, alla mia temperatura di quel giorno, e agli impegni di tutta la giornata prima di poter fare qualunque cosa. Se le altre persone possono semplicemente fare le cose, io devo creare un piano come si crea una strategia di guerra. E la differenza tra essere malato e sano sta proprio in questo stile di vita. E’ la bellissima capacità di non pensare e limitarsi a fare. Mi manca quella libertà. Mi manca il non dover mai contare i miei 'cucchiai'.
Dopo esserci lasciate andare e parlato di questo per un po’, sentivo che era triste; forse aveva finalmente capito. Forse si era resa conto che non avrebbe mai potuto veramente e onestamente dire di capirmi. Ma almeno adesso non avrebbe potuto lamentarsi così tanto quando non potevo andare fuori a cena certe sere, o quando non riuscivo ad andare a casa sua e doveva essere sempre lei a venire da me.
Quando siamo uscite dal diner l
e ho dato un grosso abbraccio; avevo un cucchiaio in mano e le ho detto 'Non ti preoccupare, io la vedo come una benedizione: sono stata costretta a pensare a tutto quello che faccio, sai invece quanti cucchiai sprecano ogni giorno le altre persone? Non ho spazio per il tempo sprecato, o per i 'cucchiai' sprecati, ed ho scelto di trascorrere questo tempo con te.'

Da quella sera, ho usato la teoria dei cucchiai per spiegare la mia vita a molte persone. In realtà, la mia famiglia e i miei amici ormai fanno riferimento ai cucchiai tutto il tempo. E’ diventata una parola in codice per descrivere quello che posso e non posso fare. Quando le persone capiscono la teoria dei cucchiai sembrano comprendere meglio me, ma penso anche che la loro vita sia un po’ troppo diversa dalla mia. E penso che questa teoria non aiuti a comprendere solamente il Lupus, ma chiunque abbia a che fare con una qualsiasi forma di disabilità o malattia".


Non ci sono molte parole per descrivere come ci si sente a non poter più fare ciò che si poteva prima, come si faccia ad imparare a rallentare, né per descrivere la fatica che sia vivere queste esperienze... eppure questa ragazza è riuscita a trovarne con questa sua teoria...
Voi cosa ne pensate?? Vi siete mai sentiti come se i "cucchiai" vi stessero sfuggendo tra le dita??O conoscete qualcuno che sta probabilmente vivendo tutto questo? Che state aspettando? Andate e state loro accanto... saranno felici di trovare qualcuno che possa finalmente capirli... anche se sarà solo in parte, per loro sarà una gioia incommensurabile!!

Grazie per la lettura e al prossimo post!!

venerdì 6 maggio 2016

Benedizioni celesti...


Anziano Dieter F Uchtdorf ha pubblicato un posto sul proprio account di Facebook parlando delle benedizioni celesti, di cosa siano e di come si manifestino nelle nostre vite:

"Durante la sessione generale delle donne, nell'ottobre 2014, ho parlato del Vangelo vivente con gioia. Ciò era, ed è ancora, molto importante per me perché molti tra noi stanno vivendo al di sotto dei propri privilegi; se solo chiudessimo i nostri ombrelli, il nostro Padre Celeste rovescerà delle benedizioni su di noi. Mi ha fatto piacere vedere la realizzazione di questo video che supporta questo messaggio e che vorrei condividere con voi. Prego che tutti noi possiamo ricevere le benedizioni che il nostro Padre Celeste ha in serbo per noi".


Anziano Uchtdorf ha anche pubblicato il video, molto bello e toccante, che ha menzionato nel post.


"Noi pensiamo che Dio tenga tutte le Sue benedizioni chiuse in un’enorme nuvola su nei cieli, rifiutandosi di darcele a meno che ci atteniamo ad alcune richieste, paternalistiche e ristrette, da lui proposte; ma i comandamenti non sono affatto così, in realtà il Padre Celeste fa piovere costantemente delle benedizioni su di noi, sono la nostra paura, il dubbio e il peccato che, come un ombrello, impediscono a queste benedizioni di raggiungerci.

Questi comandamenti sono delle istruzioni amorevoli ed un aiuto divino che ci fanno chiudere quell’ombrello così che possiamo ricevere un’acquazzone di benedizioni celesti.

Il Creatore dei mari, della sabbia e di una quantità innumerevole di stelle, sta cercando di raggiungervi proprio in questo momento; sta offrendovi la grande ricetta della felicità, della pace e della vita eterna".

Quanti di noi si sono sentiti come descritto dall'Apostolo? Quante volte la paura e le cose del mondo ci hanno portato via la gioia dataci dal Vangelo e dalle benedizioni che porta nella nostra vita??

Facciamoci coraggio e chiudiamo gli ombrelli!!!! 
Godiamoci fino a fondo tutto ciò che il Signore ha in serbo per noi!!!


martedì 21 luglio 2015

Mormon Mom Planner

Ciao a tutti...
le vostre giornate sono troppo piene?
cercate un'agenda ma non ne trovate mai una che vi soddisfi davvero??
forse ho trovato qualcosa che possa fare al caso vostro... si chiama Mormon Mom Planner ( o Mom On The Go per non membri della mia chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni) vi sono la versione annuale e quella accademica e c'è inoltre la versione semplice per le "non mamme".
questa agenda ha tutto ciò che una mamma o una donna super indaffarata può necessitare sulla propria agenda.
qui di seguito lascerò il link per poter comprare questa bellissima agenda.
spero vi piaccia e che possa tornarvi utile!!!

Nel sito troverete ogni dettaglio su ciascuno dei planner in vendita 
Inoltre lascio un video di YouTube per dargli una prima occhiata!!
Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!!!!




mercoledì 15 luglio 2015

"Come" ti amo?

Oggi riflettevo sull'Amore, quello vero... e mi son trovata a leggere un bellissimo discorso di Anziano Holland, uno dei Dodici Apostoli nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni... questo video è un estratto di questo bellissimo discorso... spero piaccia a voi come è piaciuto a me.... nel frattempo cerco la versione integrale online così che possiate anche voi godervela come ho fatto io!!! :)
fatemi sapere che ne pensate!!!

"COME" TI AMO?
Jeffrey R. Holland
Quorum dei Dodici Apostoli



venerdì 22 maggio 2015

La leggenda dell'oroscopo cinese

Hey!!
vi siete mai chiesti perché l'oroscopo cinese sia tanto diverso dal nostro?? Da dove vengono quegli animali?chi li ha scelti?!
Ebbene c'è una leggenda che lo spiega... risale al 600 d.c. , poco dopo il diffondersi del Buddismo in Cina... 

"Secondo la leggenda, migliaia di anni fa Budda decise di dare un nome ad ogni anno e non sapendo da dove iniziare, decise di riunire tutti gli animali della Cina. Mandò tre messaggeri che andarono dalla tigre, dal drago, dalla lepre, dal topo, dal gatto, dal bue, dalla pecora, dal serpente, dal cane, dalla scimmia, dal cavallo, dal maiale e dal gallo.

Quando il primo messaggero arrivò dal gatto e dal topo per dare l’annuncio della convocazione di Budda, il gatto che si stava accingendo a schiacciare un pisolino, sentito il messaggio, raccomandò al topo di svegliarlo non appena fosse il momento di andare.

Gli animali a poco a poco iniziarono il loro lungo viaggio. Per prima s’incamminò la tigre, seguita poi dagli altri. L’ultimo tra tutti era il topo che, non si sa se intenzionalmente o no, non aveva svegliato il gatto. Il viaggio durò molti giorni e molte notti. Il topo, stremato dalla stanchezza, chiese al bue di poter salire sul suo dorso e quello, di natura gentile e amichevole, acconsentì. Più tardi, quando il topo scorse la casa di Budda, saltò giù dal dorso del bue correndo veloce e arrivando così primo. Il dio lo accolse con gioia, annunciandogli che avrebbe dato il suo nome al primo anno. Subito dopo, arrivò il bue, contrariato per il comportamento del topo. Budda anche a lui disse che avrebbe chiamato il secondo anno con il suo nome e il bue ne fu molto felice, dimenticando la malefatta del topo.
Poi arrivarono in ordine la tigre, la lepre, il drago, il serpente, il cavallo, la pecora, la scimmia, il gallo, il cane ed il maiale. Il gatto non arrivò mai perché dormì per tutto il tempo e non perdonò al topo di non averlo svegliato."

E' interessante vedere come questa storia racconti anche l'inizio dell'inimicizia tra gatto e topo!!!



Personalmente non credo agli oroscopi, ma mi è sempre piaciuta questa leggenda e così ho pensato di condividerla con voi!!!
Che ne pensate?? Vi è piaciuta?? Voi credete agli oroscopi??
A quale dei segni accanto appartenete???
Quanto a me, se ve lo state chiedendo.... Bè io sono un Draghetto!! ^^




Ripetizioni di Inglese!!!


Bé, abbiamo fatto trenta, tanto vale fare trentuno!!!
Oltre che offrirmi per traduzioni mi offro per ripetizioni anche!
Ho potuto anche qui fare pratica e mi è piaciuto molto!!
Quindi se siete alle medie o alle superiori e vi serve una mano, sono più che lieta di aiutarvi a modici prezzi!!!
Al momento li offro in zona Piantedo e Limitrofi, in valtellina!!
Anche per questo contattatemi alla mia Mail!!!
Cercherò di rendere l'apprendimento divertente!! ^^